STEFANO MIRTI

UNIVERSO cancellato

A cancellato UNIFORM PROJECT THAT INVESTIGATE COMMUNITIES,

PEOPLE, IDEAS WHICH PRODUCE A CULTURAL CHANGE.

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STEFANO MIRTI

Progettista, insegnante, partner di IdLab. Da anni impegnato sulle nuove frontiere dell’insegnamento: Design 101, Relational Design, e molti altri progetti didattici e formativi. Dei tanti progetti, l'ultimo uscito è: Moodboard (2022), un gioco di carte è anche un manifesto teorico. Dal settembre 2017 direttore della Scuola Superiore di Arte Applicata a Milano. Il 20 febbraio 2018 iniziano la pubblicazione quotidiana delle Letterine quotidiane.

@stefi_idlab su Instagram; la pagina di Facebook è il grande archivio delle mille suggestioni, riferimenti, idee. Le Letterine sono la newsletter, il curriculum completo lo si trova su Linkedin.

Non so se c’è un modo preciso di definirmi, ma se lo dovessi immaginare potrebbe essere questo: sono uno a cui piace mettere insieme le persone e le cose. Mi piace mescolare le carte in tavola, aprire nuovi scenari, tessere relazioni. Sono nato a Torino, ho studiato Architettura e poi - banalmente - ho fatto l’architetto. Avevo il lavoro con i miei amici, l’amore a Scandicci, l’università, tutto per benino. Riuscivo a vedere davanti a me come sarebbe stata tutta la mia vita e questo, in effetti, un poco mi opprimeva. Così un giorno, senza troppi pensieri, ho applicato per una borsa di studio in Giappone: da lì uno scarto non banale nella mia esistenza…Dopo giri più o meno lunghi, sono oggi a Milano.

"POSSO DIRMI FORTUNATO: FACCIO COSE CHE MI PIACCIONO, POSSO METTERE IN PRATICA LE MIE IDEE, IPOTESI, SUGGESTIONI, QUELLO CHE MI PASSA PER LA TESTA. IL CONFINE TRA LAVORO E TEMPO LIBERO È LABILE, QUASI INESISTENTE. DICIAMO CHE FACCIO CIÒ CHE MI PIACE, QUELLO CHE DI VOLTA IN VOLTA CATTURA LE MIE CURIOSITÀ E ATTENZIONI."

Detto diverso, se mi annoio è la fine: questo fa sì che io sia sempre occupato in mille faccende diverse. Leggo, penso, invento giochi da tavolo, mando tante cartoline, lettere e letterine. Eppoi curo una mostra, costruisco una casa a Bangkok insieme a Racha, e poi ne progettiamo un’altra nelle montagne al confine con la Birmania da costruire l'anno che viene. Con lei ci incontriamo in giro per il mondo: viviamo così da venticinque anni, da quando l’ho incontrata per la prima volta a Tokyo. Una storia importante era finita e avevo fatto una scommessa con me stesso: facciamo in modo che la prossima sia quella giusta. Così è stato. Ancora oggi è una relazione che funziona a distanza, lei in Thailandia, io a Milano. Long distance relation. Very distant, very long.

"LE MIE GIORNATE? RUOTANO INTORNO AD UN ESERCIZIO DI SCRITTURA CONTINUO, UNA PRATICA CHE DIVENTA ESERCIZIO DI DISCIPLINA, QUASI MEDITAZIONE."

Mi alzo ogni mattina molto presto. Leggo, setacciando a fondo giornali e riviste digitali per cercare le storie che più colpiscono la mia attenzione, le vicende più paradossali, inaspettate, stravaganti. Poi scrivo la letterina quotidiana. Dopo l’invio, mi dedico alla colazione. Una banana, noci, mirtilli. Una mela e un altro frutto, a seconda della stagione. Mangiando leggo giornali cartacei. Mi piace l’odore e la sensazione fisica di scorrere le pagine. Quando posso vado a dormire molto presto, non mi piace stare alzato fino a tardi, mi sembra di dissipare il mio tempo. Una sera passata a casa da solo andando a letto presto è l’assoluto. Nel contempo ho una vita densa e piena di appuntamenti, contatti, occasioni sociali, viaggi di ogni tipo. Sembra un contrasto, un’opposizione: per davvero così non è. Sono un solitario che non ama la solitudine, ecco.

Le storie che mi piacciono di più, che mi intrigano profondamente sono quelle di cronaca nera: trovo sia la mitologia del contemporaneo più alta, narrazione, letteratura, suggestione pura. Il libro delle miserie umane, un affresco molto appropriato del nostro tempo. Malviventi, crimini impensati, storie d’amore finite male, delitti: tutto sta nel dettaglio. In effetti Dio sta nel dettaglio (e anche nell’attimo). Questo mi piace. Da bambino mi piaceva molto leggere il giornale, la cronaca nera e lo sport erano le uniche parti che riuscissi davvero a capire. Credo che questo mio piacere nello sfogliare i quotidiani sia in prima istanza un viaggio verso l’infanzia. Adesso la mia casa è qui a Milano. Ho girato il mondo, posti bellissimi e incredibili, ma la qualità della vita che c’è in Italia è stellare, inarrivabile. Anche a Milano, di cui amo l’asfalto, il cemento, i grattacieli, il traffico, l’energia che scorre in tutta la città.

"È L’UNICA CITTÀ IN ITALIA DOVE NON IMPORTA CHI SEI, DA DOVE VIENI, CHI SONO I TUOI GENITORI, DOVE HAI FATTO IL LICEO. QUI CONTA SOLO QUELLO CHE SEI CAPACE DI FARE. MILANO È DURA MA GENEROSA: CHIUNQUE HA LA SUA OCCASIONE."

Inoltre è l’unica città in Italia che ti consente di diventare suo cittadino. Se non sei nato a Roma non potrai mai dirti romano. Stesso per Napoli o Torino. A Milano questo è concesso, non è cosa banale.
Mi chiedete dei social. Per quanto mi riguarda li apprezzo e li utilizzo ma, come per tutte le cose che danno dipendenza, ci vuole misura e attenzione. Se avessi figli? Cercherei di farli crescere senza telefonino. Lo so, non sarebbe affatto facile: infatti non ho figli. Forse è per questo che quello che mi piace di più è proprio insegnare. Probabilmente è una qualche forma di compensazione, credo. Insegnando mi sembra di contribuire fattivamente alla società, mi sembra di cambiare qualcosa, di lasciare un qualche segno. E mi costringe sempre ad imparare, ogni giorno. Senza fermarmi mai. O quasi.

ENGLISH VERSION STARTS HERE

STEFANO MIRTI

Designer, teacher, partner of IdLab. For years engaged in the new frontiers of teaching: Design 101, Relational Design, and many other educational and training projects. Of the many projects, the most recent is Moodboard (2022), a card game that is also a theory manifesto. Since September 2017, director of the Scuola Superiore di Arte Applicata in Milan. On 20 February 2018 he starts the daily publication of Letterine.

@stefi_idlab on Instagram; the Facebook page is the great archive of a thousand suggestions, references, ideas. Le Letterine is the newsletter; the full curriculum can be found on Linkedin.

I don't know if there is a precise way to define me, but if I had to imagine it, it could be this: I am someone who likes to put people and things together. I like to mix things up, open up new scenarios, weave relationships. I was born in Turin, studied architecture and then - banal - became an architect. I had a job with my friends, a love story in Scandicci, university, everything. I could see in front of me what my whole life would be like and this, in fact, oppressed me a little. So one day, without thinking too much, I applied for a scholarship in Japan: from there a non-trivial deviation in my existence…
After more or less long journeys, today I am in Milan.

"I CAN CONSIDER MYSELF LUCKY: I DO THINGS I LIKE, I CAN PUT INTO PRACTICE MY IDEAS, HYPOTHESIS, SUGGESTIONS, WHAT GOES THROUGH MY HEAD. THE BOUNDARY BETWEEN WORK AND FREE TIME IS BLURRED, ALMOST NON-EXISTENT. LET'S SAY I DO WHAT I LIKE, WHAT CATCHES MY CURIOSITY AND ATTENTION EACH TIME."

In other words, if I get bored, that's the end: this means that I am always busy with a thousand different things. I read, think, invent board games, send lots of postcards, letters and Letterine. And then I curate an exhibition, build a house in Bangkok together with Racha, and then we plan another one in the mountains bordering Myanmar to be built in the coming year. We meet around the world: we have been living like this for twenty-five years, ever since I first met her in Tokyo. A significant story had ended and I had made a bet with myself: let the next one be the right one. So it was. To this day it is still a long distance relationship, she in Thailand, me in Milan. Long distance relationship. Very distant, very long.

"MY DAYS? THEY REVOLVE AROUND A CONTINUOUS WRITING EXERCISE, A PRACTICE THAT BECOMES AN EXERCISE OF DISCIPLINE, ALMOST MEDITATION."

I get up very early every morning. I read, searching extensively through newspapers and digital magazines for the stories that most strike my attention, the most paradoxical, unexpected, extravagant happenings. Then I write the daily Letterina. After sending it off, I have breakfast. A banana, nuts, blueberries. An apple and another fruit, depending on the season. While eating, I read newspapers. I like the smell and the physical sensation of turning the pages. When I can I go to bed very early, I don't like staying up late, I feel like I'm dissipating my time. An evening spent at home alone going to bed early is the absolute. At the same time I have a dense life full of appointments, contacts, social occasions, travel of all kinds. It sounds like a contrast, an opposition: it really isn't. I am a loner who does not like loneliness, that's it.

The stories that I like the most, that intrigue me the most, are the crime stories: I find it the highest mythology of the contemporary, storytelling, literature, pure suggestion. The book of human miseries, a very appropriate portrait of our time. Criminals, unthinkable crimes, love stories gone wrong, murders: everything is in the detail. In fact, God is in the detail (and also in the moment). This is what I like. As a child, I loved reading the newspaper, the crime and sports were the only parts I could really understand. I believe that this pleasure in reading newspapers is in the first instance a journey back to childhood. Now my home is here in Milan. I have travelled the world, beautiful and incredible places, but the quality of life in Italy is starlike, unreachable. Even in Milan, of which I love the asphalt, the cement, the skyscrapers, the traffic, the energy that flows throughout the city.

"IT IS THE ONLY CITY IN ITALY WHERE IT DOES NOT MATTER WHO YOU ARE, WHERE YOU COME FROM, WHO YOUR PARENTS ARE, WHERE YOU WENT TO HIGH SCHOOL. HERE IT ONLY MATTERS WHAT YOU ARE CAPABLE OF DOING. MILAN IS DIFFICULT BUT GENEROUS: EVERYONE GETS THEIR CHANCE."

It is also the only city in Italy that allows you to become its citizen. If you are not born in Rome you can never call yourself a Roman. Same for Naples or Turin. In Milan this is allowed, it is not banal. You ask me about social media. As far as I am concerned I appreciate and use them but, as with all addictive things, it takes measure and care. If I had children? I would try to grow them up without a mobile phone. I know, it wouldn't be easy at all: in fact I don't have children. Maybe that's why what I enjoy most is actually teaching. It's probably some form of compensation, I think. By teaching I feel like I'm actively contributing to society, I feel like I'm changing something, leaving some kind of mark. And it always forces me to learn, every day. Without ever stopping. Or almost.

TESTO DI FRANCESCA DEL BOCA, FOTOGRAFIE DI FEDERICA COCCIRO

TEXT BY FRANCESCA DEL BOCA, PHOTOGRAPHS BY FEDERICA COCCIRO

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"LE MIE GIORNATE? RUOTANO INTORNO AD UN ESERCIZIO DI SCRITTURA CONTINUO, UNA PRATICA CHE DIVENTA ESERCIZIO DI DISCIPLINA, QUASI MEDITAZIONE."

"È L’UNICA CITTÀ IN ITALIA DOVE NON IMPORTA CHI SEI, DA DOVE VIENI, CHI SONO I TUOI GENITORI, DOVE HAI FATTO IL LICEO. QUI CONTA SOLO QUELLO CHE SEI CAPACE DI FARE. MILANO È DURA MA GENEROSA: CHIUNQUE HA LA SUA OCCASIONE."

"I CAN CONSIDER MYSELF LUCKY: I DO THINGS I LIKE, I CAN PUT INTO PRACTICE MY IDEAS, HYPOTHESIS, SUGGESTIONS, WHAT GOES THROUGH MY HEAD. THE BOUNDARY BETWEEN WORK AND FREE TIME IS BLURRED, ALMOST NON-EXISTENT. LET'S SAY I DO WHAT I LIKE, WHAT CATCHES MY CURIOSITY AND ATTENTION EACH TIME."

"MY DAYS? THEY REVOLVE AROUND A CONTINUOUS WRITING EXERCISE, A PRACTICE THAT BECOMES AN EXERCISE OF DISCIPLINE, ALMOST MEDITATION."

"IT IS THE ONLY CITY IN ITALY WHERE IT DOES NOT MATTER WHO YOU ARE, WHERE YOU COME FROM, WHO YOUR PARENTS ARE, WHERE YOU WENT TO HIGH SCHOOL. HERE IT ONLY MATTERS WHAT YOU ARE CAPABLE OF DOING. MILAN IS DIFFICULT BUT GENEROUS: EVERYONE GETS THEIR CHANCE."